Ugo Foscolo: il poeta della memoria e della patria nei paesaggi veneti
Ugo Foscolo, tra i maggiori poeti e intellettuali italiani del tardo Settecento e dei primi dell’Ottocento, trovò nei paesaggi veneti — e in particolare nei Colli Euganei e lungo il corso del Po — un continuo motivo di ispirazione poetica e filosofica.
Nato a Zante, ma cresciuto a Venezia, Foscolo visse a lungo nel Veneto, frequentando Padova e i territori circostanti. In questo contesto naturale, fatto di colline dolci, sorgenti termali e ampie pianure attraversate da fiumi maestosi, maturarono molte delle riflessioni che caratterizzano le sue opere più celebri.
Nei Sepolcri Foscolo esprime la sua visione della memoria e del culto dei defunti come strumento di consolazione e di trasmissione di valori eterni. I cipressi che punteggiano le colline, le chiesette isolate, i conventi che dominano i Colli Euganei diventano elementi visivi che incarnano la sua idea della sacralità del ricordo. Qui la natura non è soltanto scenario, ma diviene compagna dei pensieri più intimi del poeta, che vi trova conforto nei momenti di esilio e solitudine.
Il fiume Po, che lambisce queste terre nel suo lento scorrere verso il mare, simboleggia per Foscolo il fluire della vita e della storia. Nelle sue lettere e nei suoi scritti emerge spesso una profonda ammirazione per queste campagne venete, che seppero offrirgli tanto la pace della meditazione quanto la nostalgia della patria lontana.
I Colli Euganei e il Delta del Po, dunque, non furono per Foscolo solo sfondo geografico, ma veri e propri luoghi dell’anima, capaci di incarnare il senso della sua poesia: il costante dialogo tra natura, storia e destino umano.