Francesco Petrarca: il padre dell’Umanesimo e la sua dimora tra i Colli Euganei
Francesco Petrarca, uno dei massimi poeti della tradizione italiana ed europea, scelse i Colli Euganei come
luogo prediletto per trascorrere gli ultimi anni della sua vita. Il borgo di Arquà Petrarca, che ancora oggi porta il suo nome, fu il rifugio in cui il poeta visse dal 1370 fino alla sua morte nel 1374, dedicandosi allo studio, alla scrittura e alla contemplazione.
In questa terra di dolci colline, di vigneti ordinati e di sorgenti termali, Petrarca trovò quell’equilibrio fra natura e pensiero che tanto cercava. Nei suoi scritti, e in particolare nel Secretum e nelle numerose lettere, Petrarca descrive con parole colme di affetto il suo piccolo podere di Arquà, circondato dalla quiete e dal respiro lento del paesaggio.
Sebbene il Canzoniere — la sua opera più celebre — non sia direttamente ambientato nei Colli Euganei, il paesaggio idilliaco che qui lo circondava rappresentava per lui la perfetta cornice per meditare sull’amore, il tempo e la condizione umana. Lontano dalle corti e dagli intrighi politici, Petrarca visse ad Arquà un’esperienza esistenziale di introspezione e armonia, in piena sintonia con i principi dell’Umanesimo nascente.
Anche il vicino Delta del Po, sebbene meno presente nei suoi versi, rappresentava il naturale sbocco di un territorio fertile e vitale, che contribuì ad alimentare la visione classica di un’Italia come patria ideale della bellezza e della sapienza.
Ancora oggi, la casa del poeta ad Arquà Petrarca accoglie i visitatori come testimone silenzioso di un’esistenza interamente dedicata al culto della bellezza e della conoscenza.